Reggio Calabria è il terzo Comune che, nel 2022, si è visto ordinare dai giudici amministrativi, a provvedere alla predisposizione del Progetto di Vita richiesto dalla famiglia di una Persona con Autismo.

La sezione reggina del TAR Calabria, con Sentenza nr 460/2022 del 23 Novembre 2022 ha imposto al Comune di procedere nel termine di 30 giorni all’avvio del procedimento amministrativo per la predisposizione del Progetto di Vita di Matteo.
E’ il terzo ente che in Calabria quest’anno è condannato a procedere speditamente a un atto importante, fondamento di un insieme di servizi sociali, sanitari e scolastici per un minore con Autismo.
Un atto dovuto e richiesto insistentemente dalla famiglia di Matteo che, questa volta, si è mossa anche prima rispetto ai precedenti due casi di Vibo Valentia e Lamezia Terme. L’avvocato Stefania Pedà, infatti, ha ricorso contro il silenzio-inadempimento dell’Ente e quindi contro la mancata risposta del Comune nei confronti dell’istanza presentata dalla famiglia di Matteo.
Si avvia anche a Reggio Calabria, quindi, e speriamo, un percorso di apertura (seppur su ordine dell’autorità giudiziaria) nei confronti di uno strumento di progettazione, programmazione e realizzazione di tutti gli interventi sociali, sanitari e scolastici di una persona con disabilità.
Nel percorso che ha portato alla sentenza, le associazioni Il Volo delle Farfalle – Evoluzione Autismo e io autentico OdV, membri di Uniti per l’Autismo Calabria hanno fortemente collaborato e stimolato sia il Comune che l’ASP per riuscire ad avviare il progetto e sostenere le professionalità degli Enti, con l’esperienza maturata nel tempo.

Proprio il 6 Luglio 2022, infatti, le due associazioni erano state convocate in Commissione Pari Opportunità dal Comune di Reggio Calabria proprio per discutere del tema della mancata partenza nella predisposizione dei Progetti di Vita, le cui istanze risultavano ancora ferme negli uffici dei Servizi Sociali. Era stata offerta l’esperienza delle due associazioni per predisporre amministrativamente l’avvio del procedimento, effettuare, l’analisi dei fabbisogni, avviare le interlocuzioni con la competente Azienda Sanitaria, costituire l’Unità di Valutazione Multidisciplinare e definire l’insieme dei sostegni personali da attivare per gli istanti. ma nulla aveva fatto seguito.
E ancora, il 14 Novembre 2022 la famiglia, l’Avvocato e le 2 associazioni avevano avuto un nuovo incontro interlocutorio con Comune e ASP per sollecitare nuovamente l’azione degli Enti.
LE AZIENDE SANITARIE E LA SCUOLA SONO PARTE DEL PROGETTO DI VITA, ANCHE SE EROGANO GIA’ ALCUNI SERVIZI

Se, da una parte, è il Comune di residenza a dover avviare e gestire il procedimento amministrativo, dall’altra è invece l’Azienda Sanitaria competente a dover partecipare attivamente nell’organizzazione e nel monitoraggio dei propri servizi, già eventualmente erogati, affinchè siano complementari e convergenti con gli abiettivi del progetto di Vita. La partecipazione delle Aziende Sanitarie nella predisposizione del Progetto di Vita della Persona con Disabilità deve essere totale, oltre che dovuta, in cooperazione con il Comune di Residenza, rientrando nelle obbligatorie competenze proprio dell’ASP la realizzazione dei servizi sanitari previsti dai Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), coordinati con gli interventi sociali attuabili dai Comuni. Lo stesso discorso vale per la scuola, poichè il PEI è parte integrante e sostanziale del progetto di Vita di un minore con disabilità. Con l’età adulta l’obiettivo è invece la partecipazione attiva ai contesti sociali e produttivi.
Il Progetto di Vita è un istituto giuridico ed amministrativo, attivabile a domanda dell’interessato, coperto da finanziamenti plurimi e “ordinari”, già previsto dai fondi per le politiche sociali e da quelli per le politiche sanitarie e che deve essere obbligatoriamente avviato, predisposto e realizzato, per favorire la piena partecipazione della Persona con Disabilità attraverso il suo migliore sviluppo, come forma di giusta determinazione, in applicazione di quanto previsto dalla Convenzione ONU dei Diritti delle Persone con Disabilità.
IL PDV E’ L’UNICO STRUMENTO PER ATTUARE LEA E LEPS
Il Progetto di Vita è infatti una presa in carico globale della Persona con Disabilità che obbligatoriamente coinvolge, oltre che il Comune di Residenza, anche l’Azienda Sanitaria Provinciale competente per territorio.

Non può che essere il Progetto di Vita previsto dall’art. 14 della Legge 328/2000 lo strumento per attuare i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) Sanitari e i Livelli Essenziali di Prestazioni Sociali (LEPS), introdotti da tempo nella normativa nazionale e in quella di ognuna delle regioni italiane. Il perchè è presto detto: il Progetto di Vita è un strumento individuale. Non individualizzato, ma individuale: è della Persona che ne fa richiesta e non può che essere parametrato sulle sue, proprie caratteristiche, sulle sue aspirazioni, i suoi desideri, le sue aspettative. E i suoi bisogni, ovviamente. E non è un intervento straordinario ma, piuttosto, un intervento ordinario di sostegno allo sviluppo della Persona, come garantito, prima che dalle Convenzioni internazionali, dall’art. 3 della Costituzione Italiana. Sotto tale aspetto, sia i LEA che i LEPS si fondano sulla necessità che l’art. 3 della Costituzione sia rispettato. E non quindi in termini di standard oggettivi minimi (altrimenti si tratterebbe di livelli “minimi” per la collettività) ma di standard di soddisfazione del Cittadino in condizioni di Disabilità (di essenzialità individuale, quindi).
IO AUTENTICO ODV E IL VOLO DELLE FARFALLE ODV CONTINUANO A…
… a realizzare opera di sensibilizzazione e formazione nei confronti delle famiglie e degli Enti, ad avanzare e realizzare proposte concrete e fattibili, a partecipare alla predisposizione degli strumenti nazionali, regionali e di zona per il sostegno delle Persone con Autismo e Disabilità.